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vizio

Propensione a comportarsi in modo moralmente scorretto o riprovevole, che può portare ad abbrutimento e alla perdita di valori etici e sociali.

Tendenza o abitudine negativa che porta a comportamenti disonesti, immorali o dannosi, spesso contrapposta alla virtù. Può essere un’abitudine rischiosa per la salute dell’individuo, come il bere, il fumare o il gioco d’azzardo, o un’incapacità del bene e una pratica del male che costituisce la negazione della virtù. In teologia morale, i vizi capitali sono sette peccati principali che rappresentano abitudini negative, come la superbia, l’avarizia, la lussuria, l’invidia, la gola, l’ira e l’accidia.

Abitudine negativa o comportamento sbagliato che può essere considerato un difetto o una mania. Può anche riferirsi a un difetto di funzionamento o di comportamento in un animale o in un oggetto.

Comportamento o abitudine negativa e riprovevole, spesso associato ad una mancanza di autocontrollo o ad una dipendenza, che può causare danni a se stessi o ad altri.

Un’azione o comportamento considerato moralmente scorretto o dannoso per sé o per gli altri, che può diventare un’abitudine difficile da abbandonare. In ambito giuridico, il vizio può annullare la validità di un documento o di un atto, mentre in ambito psicologico, il vizio di mente può essere associato ad una malattia mentale.

Inclinazione o abitudine negativa che può portare a comportamenti dannosi per se stessi o per gli altri, spesso difficile da eliminare o controllare.

In generale, un’abitudine o un comportamento negativo o dannoso che può diventare una dipendenza o un’ossessione. In ambito religioso, uno dei sette peccati capitali che rappresentano le principali tendenze negative dell’uomo.

Tendenza o abitudine negativa e dannosa che può portare a comportamenti riprovevoli o a dipendenze.

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