In botanica, una verga è un ramo sottile, un pollone o un virgulto. In senso figurato, l’espressione “tremare come una verga” o “tremare verga a verga” indica un forte tremito causato da paura, freddo o febbre alta.
Un oggetto lungo e sottile, solitamente una bacchetta o un bastoncino, utilizzato per colpire o percuotere qualcosa o qualcuno. Può essere realizzato in vari materiali, come il metallo, e può avere una sezione circolare o non circolare. Inoltre, può essere utilizzato come strumento di guida, come nel caso delle verghe del tram o del treno, o come elemento decorativo, come nelle serie di pietre preziose montate linearmente su un anello. In senso figurato, può anche indicare un tremore convulso che attraversa il corpo di una persona.
Oggetto di forma allungata, solitamente in legno, utilizzato come simbolo di autorità, potere religioso o politico. Può essere rappresentato da un bastone di comando, uno scettro o una verga raccolta in fascio con una scure, come segno di autorità degli antichi consoli romani.
Oggetto a forma di bastone utilizzato dai pastori o dai mandriani, anche in senso figurato, per indicare un’attività di guida o di controllo. In ambito religioso, la verga è un bastone utilizzato dai vescovi e da altre autorità ecclesiastiche come simbolo di autorità e di guida spirituale.
Termine eufemistico, poco comune, utilizzato per indicare il membro maschile.
Una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Composite, con infiorescenze gialle a capolino, nota anche come Verga Aurea o d’Oro.
Elemento strutturale di una imbarcazione, costituito da un picco, una randa o un’antenna. In particolare, la verga secca è un pennone più corto della mezzana che non è dotato di vela.
Nel telaio per tessitura, ciascuna delle due stecche che mantengono paralleli i fili dell’ordito.
La Verga d’oro è una farfalla appartenente alla famiglia dei Licenidi (Polyommatus virgaurea), caratterizzata dalle ali di colore dorato. Il termine “verga” può essere utilizzato anche per indicare la sua dimensione ridotta, con varianti come verghétta, verghettìna, vergolìna e vergùccia. Inoltre, il termine può essere utilizzato in senso dispregiativo con l’accrescitivo “vergona” o il peggiorativo “vergaccia”.
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