Che suscita disgusto o repulsione, che è brutto o poco gradevole alla vista o all’udito. Può riferirsi a persone, animali, oggetti o situazioni. In senso esteso, può anche indicare qualcosa di osceno o indecente, che viola le norme sociali di decenza e buon gusto.
Aggettivo che indica qualcosa o qualcuno che è considerato disonorevole, vergognoso o spregevole, come ad esempio un’azione sleale o un comportamento immorale.
In ambito sportivo, particolarmente nel gioco del calcio fiorentino, si intende con sconcio il ruolo e l’azione degli sconciatori.
Inadatto, malandato o disordinato nella persona, secondo l’uso antico. In poesia, può indicare un oggetto o una superficie irregolare e scabra.
Termine antiquato che indica qualcosa di esagerato e fuori misura.
Termine antiquato che indica un oggetto o una parte di esso fuori posto o disallineato.
Qualcosa che risulta indecoroso, vergognoso e sgradevole, come ad esempio gli atti immorali commessi dalla speculazione edilizia o la mancanza di servizi pubblici adeguati.
Qualcosa che è stato realizzato in modo scorretto o impreciso, come ad esempio uno spettacolo che risulta poco riuscito o di scarsa qualità.
Termine antico che indica un danno, un disagio o un inciampo.
« Torna all'indice del dizionario