Zona di mare adiacente alla costa, protetta da barriere naturali o artificiali e dotata di adeguate infrastrutture, dove le imbarcazioni possono attraccare per effettuare le operazioni di carico e scarico, per eventuali riparazioni o per trovare riparo durante le tempeste. In senso esteso, si può intendere come specchio d’acqua con le stesse caratteristiche che si estende sulla riva di un lago o di un fiume. Il porto può essere di diversi tipi, come porto di scalo, porto artificiale, porto commerciale, porto di rifugio, porto militare, porto naturale, porto peschereccio, a seconda delle sue funzioni e caratteristiche.
Luogo di arrivo o di partenza, spesso associato al trasporto marittimo, ma estendibile anche ad altri mezzi di trasporto. In senso figurato, il porto può rappresentare la meta di un viaggio o la conclusione di un’impresa. L’espressione “essere a buon porto” indica di essere vicini al raggiungimento dell’obiettivo, mentre “fare naufragio in porto” significa fallire proprio nel momento conclusivo.
In senso figurato, il porto è un luogo di riparo e sicurezza, dove ci si può rifugiare per trovare pace e tranquillità. Può essere un porto di pace, di salute o di sicurezza. Il termine può essere anche utilizzato al diminutivo, come porticciolo o porticello.
Luogo di sosta e attracco per navi e imbarcazioni, dove avviene il carico e lo scarico di merci e passeggeri. In senso esteso, il termine può riferirsi anche alla spesa del trasporto o all’affrancatura di una lettera.
Località costiera o fluviale attrezzata per l’attracco e lo sbarco di navi e imbarcazioni, nonché il complesso delle infrastrutture e dei servizi ad essa connessi.
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