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foro

Apertura di forma generalmente circolare o ovale, che può essere realizzata in un muro o in un oggetto solido. Il foro può essere cieco, ovvero non attraversare completamente lo spessore del materiale, oppure passante, ovvero attraversare il materiale da un’estremità all’altra. Inoltre, può essere filettato, ovvero presentare pareti interne con scanalature a spirale per ospitare viti o bulloni.

Apertura o cavità di forma circolare o allungata, prodotta da un proiettile o da un oggetto appuntito, come una lama.

Il termine “foro” indica il complesso di professionisti del diritto, quali giudici e avvocati, che operano in una specifica area geografica. Inoltre, può riferirsi all’ufficio del giudice o al tribunale competente per determinate cause, in quanto il termine deriva dal luogo in cui veniva esercitata la giustizia nei fori urbani.

Il termine “foro” si riferisce alla sede in cui si svolge l’attività giudiziaria, ovvero il tribunale. Inoltre, può indicare l’insieme delle questioni sulle quali la Chiesa esercita il proprio potere giurisdizionale, noto come foro ecclesiastico.

Il foro è uno spazio pubblico, solitamente circondato da edifici pubblici, che rappresentava il centro religioso, commerciale, amministrativo e culturale delle città antiche romane. In questo luogo si tenevano mercati, si amministrava la giustizia, si celebravano cerimonie e si trattavano gli affari. Il foro poteva essere situato in prossimità di grandi vie di comunicazione e spesso si sviluppavano importanti centri abitati intorno ad esso. Il termine “foro” viene ancora utilizzato per indicare grandi complessi monumentali moderni con diverse destinazioni, come ad esempio il Foro Italico a Roma.

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