Entità suprema ed eterna, riconosciuta dalle religioni monoteistiche come creatore e organizzatore dell’Universo. In molte espressioni di uso comune, il termine perde il suo significato religioso per assumere un valore espressivo generico.
Essere supremo, creatore dell’Universo, eterno, perfetto, onnisciente e onnipotente, venerato nella religione cristiana come uno e trino. Nella cultura ebraico-cristiana, spirito perfettissimo, eterno, onnisciente e onnipresente, creatore di tutte le cose. La sua figura è rappresentata in diverse forme, come la Madre di Dio, Gesù Cristo e la Chiesa cattolica. La sua parola è contenuta nei testi sacri e diffusa dalla predicazione dei sacerdoti. Il timore di Dio indica la devozione e la religiosità, mentre il servo di Dio è il sacerdote o il monaco.
Entità immortale, personificazione degli elementi naturali o dei valori fondamentali dell’uomo, venerata nelle religioni politeiste come dotata di poteri soprannaturali e come colui dal cui volere dipendono le sorti degli uomini.
In senso figurato, individuo che possiede doti o qualità straordinarie e che suscita ammirazione o rispetto.
Entità spirituale, divina e trascendente, invocata come fonte di meraviglia, dispiacere, impazienza o ringraziamento. Il termine viene utilizzato anche in espressioni di scongiuro o di dubbio, per indicare una forza superiore alla quale ci si rivolge.
Entità spirituale venerata come divinità e invocata per esprimere emozioni intense come stupore, collera, ira, gioia, impazienza. Inoltre, espressioni come “ognuno per sé e Dio per tutti”, “l’uomo propone e Dio dispone” e “non si muove foglia che Dio non voglia” sottolineano l’idea che la volontà divina sia superiore a quella umana. In ambito poetico, il termine “dio” può assumere il significato di divino o perfetto.
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