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avere

Possedere o disporre di qualcosa, che può essere un oggetto materiale, una qualità astratta, una caratteristica fisica o psicologica, un’età o una somiglianza. Può anche esprimere un possesso indiretto in frasi con complemento oggetto determinato da un complemento predicativo. Inoltre, può essere usato in modo figurato per indicare un’ossessione o un’idea fissa, o per esprimere il supporto o l’appoggio di qualcuno.

Possedere o detenere qualcosa, come ad esempio un oggetto che si tiene o si stringe in mano, oppure un indumento che si porta addosso.

Realizzare, ottenere o conseguire qualcosa, come un premio o un piacere. Ricevere qualcosa, come una lettera o notizie. Acquistare o entrare in possesso di qualcosa, come un quadro. Riscuotere o percepire qualcosa, come uno stipendio.

Esperire o sperimentare una sensazione fisica o emotiva, come la fame, il freddo o la paura. Essere affetto da una malattia o da un disturbo fisico. Godere di una determinata condizione o situazione, come ad esempio la salute o la pace.

Verbo che, unito a un sostantivo direttamente o per mezzo di preposizioni come “a” e “in”, assume il significato del sostantivo stesso. Inoltre, può indicare colpevolezza, cura, valore, fortuna, necessità, svolgimento, premura, memoria, gradimento, fastidio, offesa, onore, cura, odio o intenzione.

Verbo che, unito a un aggettivo, acquisisce il significato dell’aggettivo stesso, direttamente o attraverso l’uso delle preposizioni “a” e “in”. Inoltre, può indicare l’affetto o l’importanza attribuita a una persona o cosa, come nel caso di “avere caro qualcuno” o “avere cara una cosa”, oppure l’indifferenza o il disprezzo, come in “avere a vile” ovvero tenere in nessun conto.

Quando è seguito dalla preposizione “per” e da un aggettivo, il verbo “avere” assume il significato di “giudicare, ritenere o considerare” qualcuno in base alle caratteristiche descritte dall’aggettivo.

Verbo che, seguito dalla preposizione “per” e da un sostantivo, assume il significato di “come, quale”. Inoltre, può indicare il possesso di qualcosa o la presenza di una determinata condizione o stato d’animo.

Il verbo “avere”, seguito da un verbo all’infinito e dalle preposizioni “a” o “da”, può assumere il significato di “dovere” o indicare il tempo futuro dell’azione espressa dal verbo. Inoltre, l’espressione “avere da fare” o “avere a che fare” indica la presenza di relazioni o interessi con qualcuno o qualcosa, mentre “non avere che fare” o “non avere a che fare” indica la mancanza di relazioni o interessi. Infine, l’espressione “avere da mangiare” o “avere da coprirsi” indica la disponibilità di cibo o abiti.

possedere, detenere, ottenere. Inoltre, può essere utilizzato in espressioni idiomatiche come “avercela con qualcuno”, per indicare avversione o rancore verso qualcuno, o “aversela”, per indicare il sentirsi offesi o risentiti.

Esistere o essere presente in un determinato luogo o contesto, con riferimento a persone, cose o situazioni.

In particolare al plurale, l’insieme dei beni e delle proprietà possedute da un individuo, che costituiscono la sua ricchezza e il suo patrimonio.

L’atto di possedere o detenere qualcosa, che può essere un oggetto materiale o un’idea astratta, o il credito di una somma di denaro.

Azione di possedere o detenere qualcosa, spesso indicata in una partita contabile dove viene registrato il credito. Inoltre, esiste un detto popolare che sottolinea come chi ha già ottenuto qualcosa non ha più bisogno di fare nulla per ottenerlo nuovamente, mentre un altro detto mette in guardia dal fatto che la ricchezza può generare un desiderio sempre maggiore di possedere ancora di più.

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